"MI HANNO RUBATO IL PRETE"

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"MI HANNO RUBATO IL PRETE"

Le Terrazze di Genova: Guest-house nel Cuore di Genova e a Nervi
Pubblicato da Riccardo in Articoli · Martedì 16 Gen 2024
Nell'intreccio di viuzze che costellano il cuore pulsante del Carmine, i muri graffitati e i volti vissuti narrano storie di vita quotidiana, di lotta e di comunità.
Qui, dove i suoni del porto antico si fondono con il clamore urbano e la vita scorre a ritmi che solo i genovesi conoscono, si celano pagine di storia non scritte sui libri, ma impresse nelle memorie.
In questa parte di Genova, un tempo teatro di lotte sociali e ancora oggi custode di un'anima ribelle, si trova il nostro B&B, posto dove la storia incontra l'ospitalità genuina.
Proprio a due passi da qui, nella piazza che ancora riecheggia delle sue battaglie, si è consumato un episodio che ha lasciato un segno indelebile: l'allontanamento di Don Andrea Gallo dalla sua parrocchia e dalla sua comunità da parte della Curia genovese.

Don Gallo, per i non addetti ai lavori, non era un semplice sacerdote. Era un prete di strada, un uomo della gente, che indossava la tonaca con la stessa semplicità con cui i suoi ragazzi calciavano un pallone sfasciato negli angoli nascosti del quartiere.
L'Amore con la maiuscola, per lui, non era confinato entro le mura di una chiesa, ma si diffondeva ovunque ci fosse bisogno: tra le braccia di una madre cui mancava il pane, negli sguardi sperduti degli emarginati o sul viso pulito di un bambino che cercava giustizia.
Quel giorno, in cui la decisione della curia si fece realtà, il quartiere visse momenti di sgomento. Le voci si levarono, i gesti quotidiani si fermarono, e fu proprio un bambino, con la chiarezza che solo l'innocenza possiede, a condensare in una frase l'essenza di quel dolore: "Mi hanno rubato il prete".
Queste parole non erano semplicemente l'espressione di una perdita religiosa, ma il simbolo di una comunità che si vedeva privare del suo più forte punto di riferimento. Don Gallo era colui che portava la speranza, che ascoltava senza giudicare, che combatteva per chi aveva la vita in salita. Era il prete della strada, il prete di tutti.

Oggi, attraverso le stanze del nostro B&B L'Olivella, cerchiamo di custodire quel spirito di accoglienza e condivisione che Don Andrea incarnava. Ospitare significa per noi aprire le porte non solo alle bellezze della Superba, ma anche alle storie di coloro che l'hanno resa tale. E la storia di Don Gallo è una di quelle che vogliamo onorare e conservare viva nei dialoghi con chi soggiorna tra queste mura.

Vi invitiamo a scoprire Genova attraverso i racconti di chi l'ha amata e vissuta fino in fondo, di chi, come Don Gallo, ha saputo diventarne voce e cuore.
Perché la memoria è un bene comune, e le storie come quella di Don Andrea sono il vero patrimonio di un quartiere che non dimentica, di una città che sa ancora raccogliere le sfide del domani.


Oggi in Piazza del Carmine esiste un murales che ricorda quei giorni del 1970


Per saperne di più:






Giorgio Scaramuzzino legge un capitolo del libro di Don Gallo "Così in terra come in cielo"


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